Gino Pellegrini. Giocando con l’arte

a cura di : Osvalda Clorari Pellegrini e Patrizio Peterlini

208 pagine

Danilo Montanari Editore, 2016

ISBN 9788898120932

Pubblicato in occasione della mostra Gino Pellegrini. Giocando con l’arte

Palazzo Fogazzaro, Schio (VI)

7 Dicembre 2016 – 26 Febbraio 2017

_________________________________

Non è facile descrivere la poliedrica produzione artistica di Gino Pellegrini. Mosso da grande curiosità e versatilità Pellegrini ha sperimentato nel corso degli anni numerose tecniche pittoriche, espresse sia su spazi immensi, come le pubbliche piazze, e sia su minuscoli pezzi di carta. 

Ma non è solo nella profonda diversità tecnica che esiste tra opere come “Mercato di Thiene”(1959), “Waiting for time” (1970), “Isole” (1974) o la serie “Mari di Achab” (anni 2000) che rende difficile un tale compito. Il fatto è che Pellegrini non può essere definito solo come pittore ! 

La sua formazione di scenografo, saldamente radicata nella cultura artigianale delle mani, sempre pronta ad inventare nuove semplici e sorprendenti soluzioni, lo ha inevitabilmente portato ad utilizzare numerose altre pratiche artistiche ed artigianali. La sua casa-laboratorio è una vera e propria fucina dove, accanto ai pennelli e i colori, fanno bella mostra di sé: saldatori, pialle, trapani, ed ogni altra sorta di attrezzo utile a trasformare gli oggetti più disparati in opere.

Perché Gino Pellegrini utilizzava foglie, rami, sassi, fil di ferro, ruderi di finestre o mobili con la stessa sensibilità con cui usava i colori. Anzi non c’è assolutamente nessuna distinzione tra i colori e i materiali trovati in giro ! Tutti i materiali hanno la stessa dignità.

Molte delle sue opere, infatti, sono un felice miscuglio.

Ma Pellegini non poteva fermarsi a questo.

La sua necessità di esprimersi, è sfociata negli ultimi anni in una sorta di spettacolo pittorico-scenografico-allestitivo corale in cui pittura, falegnameria, tessitura e tensione poetica confluivano armoniosamente in un tutt’uno su cui il pubblico era spesso chiamato ad intervenire attivamente.

Possiamo paragonare Pellegrini, e la sua casa-officina sulle colline bolognesi, alle botteghe rinascimentali, dove i confini tra la sapienza artistica e quella artigianale si confondono per dar vita ad un opera difficilmente definibile se non, appunto, facendo riferimento alle grandi installazioni teatrali rinascimentali, ricche di macchine sceniche, meraviglia, stupore e spettacolo.

Questo suo multiforme furor creandi ci ha lasciato numerose testimonianze che durante la sua vita, a causa della sua modestia e riservatezza (questo è certo), ma soprattutto delle mille nuove cose da fare in cui si impegnava giornalmente, non hanno mai trovato una organizzazione sistematica.

Questo volume cerca quindi di compiere questa ardua impresa. 

Nonostante le difficoltà finora descritte, ho pensato di organizzare il volume in sezioni tematico-cronologiche che, seppur non rispecchiando né l’effettivo sviluppo cronologico della ricerca di Gino Pellegrini, né l’impossibile suddivisione per tecniche o per temi sviluppati, tenta di fornire una visione e una prima mappatura d’insieme del lavoro sviluppato da questo artigiano dell’illusione ottica.